Educare alle emozioni con urgenza, ma senza fretta
Ci sono parole generative, leggere e profonde che fanno stare bene. Parole inclusive come: ascolto, gentilezza, rispetto, pace, che sono piccoli semi utili a vivere percorsi di consapevolezza emozionale.
Sabato 17 febbraio, a Robegano (Venezia), le abbiamo cercate insieme nel ricordo di Daniele Masiero, maestro e uomo di pace, di relazioni e di comunità. Il convegno “Educazione emozionale come educazione alla pace”, prima degli interventi di importanti relatori legati ai temi della non violenza e della gentilezza, non poteva non aprirsi se non con un bel ritratto dell’educatore salzanese, tracciato da Francesca Baso, docente dell’Istituto comprensivo “Dante Alighieri”. “Caro bambino – scriveva Daniele – non allontanarti, sei nella mia tasca e ti porto con me e non pesi, sei leggero, non cercare di uscire dal mio cuore”.
Alla formazione densa di incontri, abbracci e sorrisi, era presente anche la Carovana dei Pacifici, che ha fatto tappa in questo piccolo paese della terraferma veneziana insieme all’organizzatrice Chiara Donà, a Monica Lazzaretto della cooperativa “Giuseppe Olivotti” di Mira, alle insegnanti e all’amico Paolo Mai fondatore dell’Asilo nel Bosco. Preziosi gli interventi di Daniel Lumera, docente di Scienze del benessere, e di Valeria Pompili, formatrice e coordinatrice della Rete delle Scuole Gentili. Entrambi hanno posto l’accento sull’ecologia e la gentilezza come valori concreti ad alto impatto sociale. Rafael Bisquerra, direttore del Master in Educazione Emozionale e Benessere presso l’Università di Barcellona, ha parlato delle competenze emotive e dell’educazione emozionale come risposta alle fragilità, soprattutto adolescenziali: ansia, violenza, uso di sostanze… Infine il monaco scrittore Guidalberto Bormolini si è soffermato sull’importanza delle parole che creano le cose, dei linguaggi, i silenzi e le poetiche che trasformano l’educazione. “La costruzione di un mondo migliore, ha affermato Gabriella Fracassi, dirigente dell’Istituto Comprensivo “Tolstoj” di Desio, deve urgentemente passare attraverso un’educazione nuova, che sveli la potenza generatrice della gentilezza e della relazione autentica, che dia un nome alle emozioni, le legittimi e le accolga; che lavori sulla soluzione positiva dei conflitti e sulle competenze emotive, utili a smorzare la competizione e a costruire collaborazione”.
Grazie ai bambini e alle bambine di Salzano che, il 20 novembre 2023, hanno esposto le loro sagome pacifiche nei negozi e in alcuni spazi pubblici del paese. Il cammino per la pace non si arresta mai.
Luciana Bertinato