L’incontro con Lorena Fornasir
Domenica 22 ottobre a Brescia ho incontrato la dottoressa Lorena Fornasir, che ogni sera, in piazza Libertà davanti alla stazione di Trieste, dalle diciassette fino anche a mezzanotte accoglie i rifugiati migranti che arrivano dalla rotta balcanica.
Da otto anni Lorena si prende cura di loro, con il marito Gian Andrea Franchi, insegnante di filosofia, e alcuni volontari. Non rimane in silenzio a guardare, non si volta dall’altra parte con indifferenza o paura.
Le persone che giungono in Italia sono per lo più uomini, ma anche donne e minori: stremate, affamate, impaurite dopo aver attraversato a piedi vari Paesi, con “i segni delle torture subite dalle polizie di frontiera bulgare e croate”. Arrivano da Grecia, Macedonia, Serbia, Ungheria, Bosnia, Croazia, Slovenia per raggiungere l’Austria e il nord Europa. Sono afghani, pakistani, curdi, turchi, iraniani, bangladesi in
fuga da guerre, calamità naturali e povertà.
Storie terribili, come quella di Umar, il ragazzo che Lorena ha abbracciato durante l’incontro in una sala
gremita. “Ora ha le gambe fritte e lesioni alla pelle in tutto il corpo. E’ fuggito, come tanti altri, ai morsi dei mastini della polizia, ai droni, alle botte degli agenti, ai fili spinati attraversati dalla corrente che ustiona”.
Ma che cos’è oggi la rotta balcanica?
“È ripararsi dalla pioggia nei boschi con il sacco della spazzatura. È fango, terra, fame, sete, ferite, brividi, trauma. E’ una bimba di cinque mesi che dorme su una panchina. È vivere in una palude”, racconta commossa la psicoterapeuta triestina.
“Tutto è iniziato da un semplice gesto: la cura dei piedi e dei corpi disumanizzati” in quella piazza del mondo, definita da Gian Andrea “un laboratorio sociale di resistenza, una comunità, un ponte di corpi, una relazione di vita basata sul dono reciproco”. Lorena afferma di non sentirsi per nulla straordinaria, si chiede perché debba essere considerata straordinaria la solidarietà; e quando sono altri a chiederle “Perché siete qui?”, lei risponde: “Siamo qui per compiere il nostro futuro di senso”.
Per il suo prendersi cura delle ferite fisiche e psichiche dei migranti facendosi portavoce di storie di soprusi e diritti negati, l’Associazione Montessori Brescia le ha conferito il premio “Donne straordinarie 2023”.
Rosa Giudetti e Paola Veneziani, presidente e vice dell’associazione, hanno motivato il riconoscimento con le seguenti parole: “Il nostro auspicio è che il vostro impegno possa essere di esempio soprattutto ai giovani che oggi si ritrovano ad assistere smarriti e angosciati a quanto sta accadendo a poca distanza da loro, alla violenza di cui sono testimoni attoniti e impotenti, e si chiedono com’è possibile dare un contributo concreto per la costruzione di un mondo più giusto e pacifico”.
Per aiutare i profughi, curarli e offrire loro cibo, scarpe e vestiti, Lorena e Gian Andrea hanno fondato l’associazione “Linea d’ombra” OdV alla quale ci si può rivolgere per info e donazioni.
Chi desidera può aiutare anche tramite il gruppo Facebook WWMIH – “We Will Make It Happen” con i buoni Decathlon.
Qui le istruzioni:
- Andare al link:
https://www.decathlon.it/landing/carta-regalo/_/R-a-index-gift-card - Registrarsi al sito
- Decidere l’importo (minimo 10 euro)
- Inviare alla mail wwmih19@gmail.com
Fino al 29 ottobre, nelle sale del Mo.Ca di Brescia, rimarrà aperta la bella mostra fotografica “Trieste, piazza del mondo e dintorni” di Marco Foglia.
A Lorena, donna umanissima, abbiamo donato il kit dei Pacifici, che la accolgono con gioia nella carovana sempre in cammino.
Luciana Bertinato
foto di Marco Foglia